Redazione

Siamo tutti qui a interrogarci sulla dote che Mario Draghi porterà all’Italia, che è, poi, domanda retorica, poiché non sappiamo, al di là di quello che l’ex governatore della BCE ha detto e fatto in passato, cosa farà nella sua inedita veste di presidente del consiglio. Dovremmo, invece, subito interrogarci sulle due o tre cose che Draghi ha già fatto o potrebbe fare nel giro di pochissimi giorni, e al di là della formazione del governo, da presidente appena incaricato, a cominciare dall’aver ridato immediatamente fiducia ai mercati finanziari, che finalmente cominciano a vedere per l’Italia la fine di un periodo di grande incertezza e instabilità, dovuto all’incapacità e all’inadeguatezza del governo a guida giallorossa. E su questo argomento la dicono lunga la fase positiva della borsa di Milano (che in una settimana ha recuperato il sette per cento, facendo così ricapitalizzare molte delle aziende quotate di circa trenta miliardi di euro) e la riduzione dello spread sui nostri titoli di stato (che qui si calcola in un guadagno di circa un miliardo di euro di interessi). Inoltre, e qui siamo nel campo di ciò che accadrà prestissimo, e al netto di come finirà coi ministri e col programma di governo, un altro scossone riguarderà le istituzioni e la società, poiché, nel primo caso, la figura di Draghi, con i suoi modi gentili e la sua compostezza, tipici della nostra borghesia colta e illuminata, ridarà alle istituzioni la dignità e il decoro perduti, per colpa delle intemperanze, del linguaggio, dell’ignoranza, della sciatteria e del cattivo gusto di chi ci ha finora rappresentati ai massimi livelli. Con Draghi i congiuntivi torneranno finalmente al loro posto, le invettive, le intemperanze, le sgangheratezze e le volgarità della ditta Conte-Casalino non caratterizzeranno più i rapporti istituzionali e personali, la sciatteria sarà solo un ricordo. Poi, nel secondo caso, quello che riguarderà la società, grazie alla sicurezza che Draghi infonde, perché si capisce che non sta lì per caso o per un colpo di fortuna, come il suo improvvido e improvvisato predecessore, si dissolverà il clima di terrore sanitario, da Covid, che il governo uscente ha diffuso artatamente, nel paese, al fine di garantirsi la permanenza al potere anche attraverso misure autoritarie e anticostituzionali che hanno limitato le libertà individuali. Perché, un governo composto da così tanti cialtroni e incompetenti, sia a livello politico che tecnico, non s’era mai vito e mai sarebbe durato così tanto se a sostenerlo non ci fosse stata la fottuta paura degli italiani per il coronavirus. E poi, giacché del futuro non v’è certezza, come ebbe a dire qualcuno, possiamo solo immaginare o sperare ciò che potrebbe dare al paese un governo Draghi. Quindi, capacità, competenza, umiltà, senso della misura e stabilità. Ministri finalmente meno imbarazzanti e all’altezza del compito. Una crescita economica capace di rendere sostenibile il terzo debito pubblico del mondo e con essa una grande attenzione verso il mondo delle imprese. Infine, la cosa forse più importante, la fine dell’assurdo “uno vale uno” e il ritorno a partiti capaci di riempirsi di persone chiaramente competenti con esperienze e curriculum di qualità. E’ questo ciò che ci aspettiamo da Draghi. E’ questo ciò che potrà farci sentire di nuovo orgogliosi di appartenere a questo paese.