Editoriali

Il cimitero e la vita che manca altrove

{module Firma_redazione}Fateci caso: non c’è luogo più vivo e vivibile del cimitero di Corigliano. Perché lì, cosa curiosa, c’è più vita e bellezza che nel resto della città. E se vi sembra paradossale, fatevi una passeggiata da quelle parti: troverete ordine, pulizia, decoro, verde. Insomma, tutte cose che mancano altrove. E ciò grazie al prezioso lavoro della STIGE, la ditta che da alcuni anni si occupa, coi suoi dipendenti e sotto la supervisione di seri e bravi tecnici comunali, dei servizi cimiteriali. Una fortuna per Corigliano, perché al di là di qualche residuo problema, dovuto al disinteresse di tanti cittadini verso le proprie cappelle, spesso lasciate a marcire, dà la certezza che qui tutto, oggi, funzioni a meraviglia. Dando così ragione a chi diceva che la civiltà di un popolo si misura anche da come tratta i propri defunti, oltre che donne e bambini. Infatti, quando la visita alle persone care, non più tra noi, si fa in un luogo bello e armonioso, diventiamo di sicuro migliori, perché libera pensieri positivi, bei ricordi, esempi confortanti (in fondo siamo come nani che stanno sulle spalle di giganti (gli antichi), come ebbe e dire Bernardo di Chartres), che ci fanno capire che la morte può essere accettata solo se si dà un senso alla vita, che vuol dire essere più fiduciosi, più ottimisti, più allegri, insomma più felici, perché la felicità esiste, eccome se esiste, e ha una forza che ci permette, se la cerchiamo, di superare e cambiare la realtà, che spesso è colma di orrori. È proprio il caso di dire che d’ora in avanti, quando vedrò qualcosa di brutto, penserò al nostro cimitero, luogo di vita e di speranza e non di morte.    

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