{module Firma_Edilberto de Angelis}Più passa il tempo e meno capisco vacanze e vacanzieri. Ciò mi capita perché pur riconoscendo a molti l’esigenza di fermarsi almeno una volta l’anno, soprattutto quando si fanno lavori pesanti, mi viene difficile capire come certa gente possa pensare di riposarsi, di questi tempi, sotto l’ombrellone. Esistono molti buoni motivi per dubitarne. Il primo che mi viene in mente riguarda coloro che svolgono mansioni manuali, le più faticose, che oggi, con la crisi, essendo i meno retribuiti, difficilmente, d’estate, possono allontanarsi da casa a scopo vacanza. Per loro niente resort nazionali o esteri. Più semplicemente trascorreranno le ferie (poche) tra le mura domestiche, facendo avanti e indietro dalle spiagge più vicine, e cioè quelle di Schiavonea, e si sa non è certo cosa bella e rilassante. Per cui mi chiedo: ne vale la pena? Rispondere sì è proprio difficile, perché in agosto, mese quasi obbligatorio per le ferie, arrivare in spiaggia, per conquistarsi un metro quadrato di sabbia e un ombrellone, è un’impresa stressante più della pitturazione di un appartamento. Intanto, perché col traffico demenziale che c’è sulla via Provinciale, l’unica che collega il centro col mare, s’impiega circa mezz’ora a raggiungere Schiavonea. Poi, una volta al mare, bisognerà farsi spazio per intrupparsi in una folla vociante e zotica e, quando si fa la scelta del lido piuttosto che della spiaggia libera, sganciare al gestore un bel po’ di soldi per godere dei suoi servizi, spesso scadenti. Per cui, alla fine, mi chiedo che senso ha uscire dalla città per riposarsi, quando si finisce su una spiaggia altrettanto incasinata da auto, musica ad alto volume e dal vociare di persone scostumate, per giunta in costume e, quindi, abbastanza ributtanti? Credo nessuno, anche se contro l’istinto nulla si può fare: quando arriva la stagione delle ferie la gente non resiste al richiamo del mare e alla tentazione di caricare la macchina di cianfrusaglie e partire. E’ demenziale, incredibile, ma è così. Un’esperienza che non consiglieremmo a nessuno, tanto meno a chi ha svolto, per 11 mesi, lo scomodo mestiere d’imbianchino o muratore. Ha fatto per tutto l’anno avanti e indietro da casa al luogo di lavoro e, spesso, dai magazzini di materiale edile, portandosi appresso tutti gli attrezzi del mestiere, da caricare e scaricare ogni giorno. Un vero e proprio massacro, i cui disagi, anche se è difficile crederlo, incontra anche durante le vacanze. Infatti, cos’altro è il portarsi avanti e indietro da casa fino al mare ombrelloni, sedie, lettini, borse termiche, salvagente, se non l’equivalente del portarsi dietro scale, cazzuole, pennelli e quant’altro serve al lavoro? Un’assurdità, che ci lascia la convinzione che per molti, forse, non c’è nulla che attiri maggiormente della vacanza masochistica. Cosicché si crea una situazione assurda, un controsenso: chi si è rotto il culo nei cantieri edili per un anno, se lo rompe anche durante le vacanze, sopportando scomodità infernali per mettere un piede in mare, lui e la sua famiglia. E’ difficile da capire, ma questa è la realtà. E anche se non abbiamo la forza di sconsigliare simile esperienza a chi l’ha già fatta, non possiamo esimerci dall’osservare che, forse, dinanzi a un simile disastro sarebbe preferibile qualche gita in Sila, ricca di fresco e osterie accoglienti, oppure qualche passeggiata serale nei nostri meravigliosi centri storici, quelli sì molto belli e rilassanti, piuttosto di avventure strazianti sulle battigie o i lungomari popolari. Alla fine ci sentiamo di fare un’unica conclusione: le ferie sono un diritto inalienabile. Però sarebbe opportuno non concentrarle per tutti in agosto, come avviene in vari altri Paesi. Anche in vacanza meno siamo e meglio stiamo. Scaglionare per non scoglionarsi. Per quel che mi riguarda, in questo periodo, non mi muovo mai da casa, se non raramente e non per distrarmi. Sapete perché? Sono sempre distratto. In altre parole, non faccio un cazzo tutto l’anno e non sento l’esigenza di rifiatare. Inoltre per annoiarmi non sono obbligato a viaggiare, ce la faccio agevolmente anche stando a casa. Buon vacanze.