Editoriali

Piove sempre sul Bagnato

{module Firma _Teodoro F. Klitsche de La Grange}Sappiamo che la nostra classe politica, pur con qualche lodevole eccezione, non sia tra le migliori d’Italia. Ma i nostri politici, pur con tutti i loro difetti e visto che purtroppo siamo in democrazia, restano l’architrave su cui dovrà reggersi la città unica. Parliamo di una città i cui ottantamila abitanti tutti i giorni, nonostante la politica e il sistema in cui operano, si arrabattano, chi con bravura e chi con furbizia, per tirare a campare e mandare avanti le loro attività e le loro famiglie. Una città di ottantamila abitanti, oggi, retta da una gestione commissariale non proprio brillante, verso la quale Giuseppe Geraci nutre più di un dubbio. Infatti, in un comunicato stampa, l’ex sindaco di Corigliano ha usato finalmente e inaspettatamente toni durissimi, arrivando a chiedere che l’operato del commissario Bagnato sia più equilibrato, sennò si rischia di trasformare la fusione in un’incorporazione di un ente nell’altro, perché, dice Geraci, in questa fase, in cui bisognerebbe utilizzare al massimo le risorse esistenti e in cui ci sarebbe bisogno di nuovo e qualificato personale, si sta assistendo a un depotenziamento degli uffici più efficienti, soprattutto finanziari, di Corigliano (forse per trasferire tutto a Rossano) e a una certa tolleranza sui conti, poiché, per via dei ritardi con cui è stato approvato il rendiconto rossanese, ancora non c’è traccia, in municipio, di alcuna bozza e di alcun dato tecnico del bilancio di previsione 2018/2020. Si tratta, come capirete, di un vero colpo di scena, abituati come siamo all’idea di una classe politica mai controparte dell’alta burocrazia, ma sua complice, non spauracchio del potere burocratico centrale, spesso incontrollato, ma comoda sponda anche nelle operazioni che farebbero inorridire uno studente al primo anno di giurisprudenza o di economia. So perché Giuseppe Geraci abbia tirato fuori tanta rabbia e non entro nel merito, che peraltro condivido poiché ne ho scritto a sufficienza. Dico però che le sue parole sono una boccata di ossigeno per l’intera città e per la sua pessima e miserabile classe dirigente, che, stranamente, dopo aver sponsorizzato il processo di fusione, oggi, di fronte a tutte le stranezze che si stanno verificando in municipio, batte in ritirata e se ne sta stranamente zitta, forse consapevole di aver fatto, con quella sua scelta, una vigliaccata pazzesca. Una città nella quale non si sente forte la voce della classe dirigente è una città destinata inevitabilmente al declino e a essere svenduta e sottomessa. E’ vero che alla burocrazia, che guida in questo momento il comune, stia il compito di decidere in autonomia cosa fare. Ci mancherebbe. Ma se la burocrazia, come nel caso di questa gestione commissariale, rischia di spingersi al di là dei propri compiti o di prendere cantonate e decisioni sciocche e punitive per la città di Corigliano e i suoi cittadini, deve essere corretta, anzi aiutata, iniziando a rientrare nei propri ranghi tecnici e con l’attribuire, se proprio ci tiene, a chi le merita, in maniera chiara, precisa e dettagliata, le responsabilità di quanto accaduto in passato, senza reticenze e distorsioni, non sappiamo se volute, perché bisogna evitare di scaricare le conseguenze dei grossolani errori amministrativi e contabili, ai limiti della galera, commessi dai rossanesi, sulle spalle dei politici e dei funzionari comunali coriglianesi, che avranno anche altre responsabilità, ma che in questo disastro, finanziario e burocratico, che potrebbe compromettere il futuro del comune unico, c’entrano ben poco. Ora Bagnato dirà che tutto ciò che ha scritto e detto Geraci non è vero, che noi non possiamo criticare un organo istituzionale in odore di santità, poiché al municipio si stanno facendo i miracoli per cercare di riparare i danni decennali provocati dalle precedenti amministrazioni e per portare a termine il processo di fusione nel migliore dei modi e in tempi brevi, in modo da permettere ai cittadini, già nel prossimo giugno, di votare per eleggere il loro primo sindaco unico e il loro primo consiglio comunale unico. Che è esattamente quello che il commissario non dovrebbe dire o fare, perché un commissario prefettizio, che è pur sempre organo burocratico, quindi imparziale, deve attenersi a questioni esclusivamente tecniche, per cui non può alimentare brutte polemiche giornalistiche né deve entrare nel merito delle questioni politiche della città (che non gli competono) e nello stesso tempo non può affrettare un processo di fusione ancora in alto mare, poiché tra le due realtà non c’è ancora intesa e collaborazione, magari per renderlo improvvisato proprio come sperano i nostri amici/nemici rossanesi. Se Geraci, rompendo una troppo lunga tradizione di silenzio della politica nei confronti dell’alta burocrazia statale, decidesse di tornare a dare di nuovo voce alla parte più sana e reattiva di questa città, che c’è, troverà in noi un alleato. Sono certo, conoscendo il personaggio, che Geraci possa e voglia andare fino in fondo come fece negli anni ’90, negli anni bui del caos politico post Mani Pulite, quando diede il colpo di grazia alla parte più stanca e demotivata della classe politica di questa città. Spero di non sbagliarmi.