Editoriali

Cara Sanna, le istituzioni sono una cosa seria soprattutto quando si fa la storia

{module Firma_redazione}A me, sinceramente, le lacrime versate dal primo ministro finlandese, Sanna Marin, durante una conferenza stampa, appositamente convocata, per chiedere scusa degli atteggiamenti lascivi tenuti in una discoteca, e per spiegare, tra l’altro, che un politico che ricopre incarichi di governo essendo umano ha bisogno, in privato, di gioia, divertimento e allegria, fanno decisamente pena. Forse perché la signora Marin, cui tutti i giornaloni hanno subito manifestato comprensione e solidarietà, che è mancata in altri casi, ha dimenticato che quando una persona si trova a rappresentare le istituzioni ai massimi livelli, perché la Marin, come premier, è la stessa persona che partecipa ai vertici dell’Ue e che, di recente, ha chiesto formalmente l’adesione della Finlandia alla Nato, con tutte le conseguenze storiche che ciò comporta, per un fatto di convenienza, decoro e credibilità delle stesse istituzioni che rappresenta, dovrebbe evitare atteggiamenti licenziosi, anche nella vita privata (pensate alle opinioni pubbliche di mezzo mondo: per loro la signora Sanna forse non sarà mai quel politico che ha riscritto la storia, ma di sicuro quel premier europeo che si strusciava in discoteca), perché, come direbbe Plutarco, la moglie di Cesare non solo dev’essere onesta, ma deve anche apparire onesta. Forse perché questi atteggiamenti, a differenza di ciò che pensa e dice il premier finlandese, non avvicinano le istituzioni al popolo, bensì le allontanano, facendogli perdere autorevolezza e prestigio. Un po’ come l’uno vale uno dei grillini. Brutta bestia il populismo da marciapiede. Purtroppo succede nel mondo sublunare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *