Editoriali

A Ferragosto si scatena il popolo dei lagnosi

{module Firma _Federico Kliche de La Grange}La settimana di ferragosto, quando tutti sono (o dovrebbero essere) in ferie, è forse il periodo migliore per capire come la pensano i nostri concittadini. Infatti, basta stare un po’ sotto un ombrellone per sentire continue lamentele; lagne entrate nel linguaggio comune come tic, frasi fatte che in altre stagioni, appesantite da altri pensieri, si sentirebbero solo al bar, in famiglia o al massimo in televisione. A cominciare dall’argomento principe di questi tempi: gli immigrati. I quali, secondo molti vacanzieri, arrivano solo da noi, per cui sarebbe necessario mandarne qualcuno anche in Francia e in Germania, che però ne hanno più di noi, pur non avendo fior di imprenditori e liberi professionisti che pur volendoli buttar fuori poi li sfamano, cristianamente, coi quattro soldi che gli danno in cambio di lavori da schiavi nelle campagne o nei loro cantieri. Per non parlare di chi dice che del problema “se ne dovrebbe occupare l’Europa!”, la quale Europa quando elargisce i finanziamenti a noi spariscono non si sa dove (vedi sindacati e associazioni per l’accoglienza). Poi, il vacanziere si lagna per i parlamentari, che sono troppi, e per la giustizia che non funziona, perché non riesce mai ad acchiappare i ladri. Solo qui, dicono, la giustizia funziona così male, ovviamente se per caso tocca loro, perché se tocca un altro dovrebbero metterlo dentro e buttare la chiave, come fanno all’estero. Tanto nessuno conosce l’estero, pur coltivando, molti, il mito di paesi nordici come la Svezia o la Norvegia, dove i servizi funzionano a meraviglia, dove lo tasse sono bassissime, basta che non domandi dove sta la Norvegia perché non saprebbero neppure indicartela sulla carta geografica.

E per favore non tocchiamo l’argomento lavoro, che nessuno cerca perché, dicono, non ce n’è, per cui per trovarlo bisogna andare fuori, anche se poi tutti sono sempre qui a grattarsi i coglioni e mai che muovano il culo, come fanno all’estero appunto, perché se cerchi lavoro, è noto, prendono solo raccomandati, e intanto non è che per caso conosci qualcuno? Tanto è tutto un magna magna, e tutti rubano, sempre a sottintendere che chi lo dice non appartiene alla categoria, sempre a sottolineare una propria specchiatissima onestà, perché solo in Italia i ricchi evadono lo tasse, l’hanno detto da Santoro e a Report , te lo dice il barista che intanto non ti rilascia lo scontrino fiscale e il medico o l’idraulico che senza fattura, se vuoi, paghi meno, e tu ci stai perché tanto mica te la scarichi, come in America. Tanto noi siamo un popolo d’ignoranti sbotta quello che non ha mai aperto un libro e un quotidiano lo sfoglia a scrocco mentre s’ingozza al bar con un cornetto, leggendo solo i titoli, non per altro quanto a lettura di giornali veniamo dopo la Turchia, e l’editoria è in crisi qui più che altrove, perché se si legge qualcosa l’ho letto su internet. In un paese dove, dicono, non c’è meritocrazia, e mica se ne lamenta il laureato a Oxford, se ne lamentano tutti, un popolo di meritevoli, informati, studiosi, sentono che c’è la fuga dei cervelli e si identificano subito col cervello in fuga. Mai sentito nessuno che ammetta di non essere all’altezza, di aver studiato poco, di non meritarsi nulla, tutti sanno tutto, in qualsiasi campo, dalla medicina all’economia. Convintissimi che se i parlamentari si tagliassero lo stipendio si abbasserebbe il debito pubblico. O almeno potrebbero dare l’esempio, quasi che i deputati fossero degli alieni e non li avessero votati loro. Perché qui è tutto un inciucio, e nel frattempo pure a me giornalista impenitente, nel mio piccolo, arrivano decine e decine di articoli mediocri che vogliono essere pubblicati da gente che non ha mai letto niente, tanto meno me, ma se glielo fai notare rispondono “mica sarà peggio di tanti che pubblicate?”. È il diritto alla mediocrità, solo qui, sotto l’ombrellone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *