Editoriali

Stasi? Alla fine sarà rieletto per schifo e non per amore

{module Firma_Anton Giulio Madeo}Pensate un po’: nel 2024, quando i coriglionesi (un neologismo per indicare i cittadini del comune di Corigliano-Rossano) saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco della loro città, Stasi potrebbe essere rieletto. E ciò non per meriti suoi, ci mancherebbe, ma semplicemente per mancanza di candidati alternativi. È un rischio reale, credetemi, perché anche se manca tanto alle elezioni, in questi ultimi anni una delle professioni meno ricercate da queste parti è stata proprio quella di sindaco. E lo dimostra il fatto che nessuno, a cominciare dalle opposizioni, sta lavorando per trovare un candidato a sindaco credibile e ciò è preoccupante per due motivi. Il primo ha a che fare con la fine dell’entusiasmo per la politica che la nuova legge elettorale, che riguardava l’elezione diretta dei sindaci, aveva provocato, poiché suddividendo i cittadini in guelfi e ghibellini gli aveva dato la certezza di contare di più, almeno nella loro città. Sembra che ora i cittadini, stanchi degli scarsi risultati ottenuti dalla politica, dicano: ma levatevi tutti dai coglioni e non se ne parli più. Il secondo, invece, è legato alla non risolta questione della selezione della classe dirigente, che purtroppo, forse per via della sparizione dei partiti tradizionali e delle loro strutture organizzate sul territorio (le sezioni), ha lasciato la politica senza personalità credibili, condannandola così alla mediocrità, poiché l’ha costretta a selezionare i candidati in base a qualcosa che nulla ha a che fare col talento. E non meglio è andata sul fronte della cosiddetta società civile, dalla quale è difficile possano emergere personaggi interessanti, perché lì tutti sono impauriti dalla possibilità di poter finire in galera o comunque sotto inchiesta per una firma, per cui, in una situazione del genere, è evidente che i migliori se ne stiano alla larga dalla politica. E allora come se ne esce? Probabilmente facendo un passo indietro, con un ritorno in pista di persone con alle spalle un forte radicamento popolare e una qualche esperienza politica, possibilmente da amministratori, come sta avvenendo già in alcune grandi città, con i ritorni di fiamma di Bassolino a Napoli e Albertini a Milano, che farebbero sicuramente meglio di uno Stasi qualunque. I quali, per via della loro autorevolezza, intanto se ne fregherebbero di certi magistrati avventurosi, perché avrebbero il coraggio di spedire al mittente qualche avviso di garanzia farlocco o pretestuoso, anche a costo di dimettersi dalla carica, provocando così un corto circuito istituzionale senza precedenti, e poi, per via del loro carisma e della loro riconoscibilità, cercherebbero di convincere i cittadini di valore a riavvicinarsi alla politica, in modo da lanciare personaggi nuovi ma con una qualche capacità in più. E senza voler rievocare tempi in cui gli amministratori di queste due città, poi sciaguratamente fusesi, erano pesanti sia per nascita che per censo, ci accontenteremmo di periodi meno lontani, in cui i politici erano capaci di esprimersi in un italiano corretto e avevano anche visibilità professionale, e credetemi non è poco, poiché i curriculum, culturali, di vita e professionali, contribuiscono a dare rispettabilità e credibilità oltre alle persone che li possiedono anche alle istituzioni, le quali incidono quando sono guidate da persone che hanno credito e prestigio. Un po’ come sta accadendo a livello nazionale, dove siamo passati dallo sgrammaticato e sconosciuto avvocaticchio di Foggia, a Mario Draghi, di fronte al quale persino la temutissima Merkel trema. Ecco perché abbiamo l’obbligo di chiederci, con largo anticipo, chi manderemo alla guida della nostra città, la terza della Calabria? Perché se il problema è la selezione della classe dirigente (e lo è), allora questo ritorno alle urne nell’ancora lontano 2024, dovrebbe dare la scossa un po’ a tutti, affinché non si verifichi di nuovo ciò che accadde nel 2019, quando a vincere fu un inetto, uno sconosciuto urlatore senz’arte né parte, forse proprio per mancanza di alternative. Ricordatelo e soprattutto ricordate che è ora di cominciare a lavorare per il nostro futuro.

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