Editoriali

Oliverio vs Gratteri (de Magistris), questa sarà la vera sfida per la regione

{module Firma_Anton Giulio Madeo}Qualche anno fa interrogato da un giornalista su dove si sarebbe collocato il partito liberale nel nuovo scenario del bipolarismo italiano post ‘92, Stefano De Luca, all’epoca segretario di quel partito, rispose: “Ha presente Di Pietro? Bene, noi ci collochiamo dalla parte opposta”. Un piccolo e utile aneddoto, per capire cosa dovrebbero fare i liberali-libertari-garantisti in vista delle prossime elezioni regionali. Loro dovranno collocarsi dalla parte opposta di de Magistris, candidato gradito alle procure, e cioè dalla parte dell’ex governatore Mario Oliverio, che tra l’altro correrà coraggiosamente da solo, poiché i rimasugli del suo partito, il PD, lo hanno di nuovo ignobilmente scaricato preferendogli la sconosciuta, sul piano politico, ricercatrice Amalia Bruni. E dalla parte di Oliverio, oltre ai liberali-libertari-garantisti, dovrebbero stare anche le vittime del circo mediatico-giudiziario, perché, non dimentichiamolo, Oliverio è stato ed è tuttora l’emblema delle vittime della malagiustizia italiana, per cui sostenerlo sarà un dovere per chi, stanco degli abusi che ha commesso e continua a commettere impunita certa magistratura, vuol dire basta alle ingerenze delle procure nella vita politica e economica del paese. Perché Oliverio, è bene non dimenticarlo, qualche tempo fa, quand’era ancora presidente della regione, fu spinto a non ricandidarsi per via di un’indagine della procura di Catanzaro, guidata da Gratteri, per corruzione e abuso d’ufficio, che lo obbligò alla residenza coatta nel proprio comune di residenza, nell’ambito delle attività calabresi delle aziende legate a un imprenditore considerato vicino a clan malavitosi locali, che Oliverio, per lavori che erano stati appaltati in un periodo in cui non era neanche governatore, avrebbe favorito per la realizzazione dell’impianto sciistico di Lorica, cui era interessato come presidente della regione, a scapito di quelli per il rifacimento di piazza Bilotti a Cosenza, cui era invece interessato il sindaco di centrodestra della città. Quest’ultimo poi dimessosi e quindi per niente interessato alla conclusione di un’opera che non avrebbe inaugurato. Ecco, pur in presenza di una contesa politica come le regionali dell’epoca, dove sarebbero stati i reati? Era forse un reato l’esercizio di un minimo di discrezionalità politica? Se così fosse vorrebbe dire che è la politica in quanto tale a essere abusiva, almeno quella che non piace a certe procure, le quali, in occasione di importanti eventi elettorali, intervengono spesso a gamba tesa sui candidati e sui partiti che non gradiscono, compromettendo così quella separazione dei poteri su cui si basa lo stato di diritto. E allora? E allora meno male che c’è sempre un giudice a Berlino, si direbbe, che in questo caso è il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, che, lo scorso gennaio, ha assolto Oliverio per insussistenza di un fatto per il quale la procura guidata da Gratteri aveva chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi di carcere. Si trattò, insomma, di una bocciatura senza sconti, da parte dei giudici del tribunale di Catanzaro, delle accuse mosse dai pm contro l’ex presidente della regione. Un elemento che dovrebbe indurre, chi ancora crede nella libertà e nello stato di diritto, a riflettere e a stare con Oliverio, simbolo di un paese che deve difendere, in ogni occasione, sia il sacro principio della separazione dei poteri sia quella presunzione di non colpevolezza prevista dall’articolo 27 della Costituzione, costantemente ignorata dai forcaioli delle procure politicizzate e dai loro leccaculo. Ecco perché votare Oliverio: un uomo con le palle che ha difeso e continua a difendere, in tutta solitudine, la propria libertà e la propria dignità e che noi speriamo si ricandidi e vinca, perché la sua candidatura, oggi, va al di là della semplice elezione, essendo ormai una battaglia di principio in difesa di noi cittadini, che siamo tutti in libertà provvisoria. Direte, e gli altri candidati, compreso il presunto liberale Occhiuto? Non sappiamo che farcene, anche se alla fine uno di loro, vista la potenza elettorale dei loro partiti, di cui scriveremo in altra occasione, finirà per spuntarla nonostante possano dare poche garanzie, al di là delle solite promesse. Come diceva Luigi Einaudi, “giustizia non esiste là dove non vi è libertà”. Auguri.

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