Sorsi & discorsi

La Bizantina (Rossano)

Nella centralissima piazza del municipio di Rossano (centro storico sullo Ionio cosentino), non c’è nessuna insegna, strano, chiediamo lumi a un cameriere dello storico caffé Tagliaferri, che si sorprende della nostra sorpresa: gesticola un po’, poi ci indica una strada, che va verso piazza Steri, bellissima per i suoi palazzi signorili e il suo campanile orologio, e ci dice che bisogna percorrerla prima a destra poi a sinistra finché in fondo non si trova la preziosa chiesa di San Marco, capolavoro assoluto dell’arte bizantina. Qui, arrivati di fronte allo scalone della chiesa, troviamo il ristorante La Bizantina, in parte ricavato nell’antica residenza del proprietario, Pierluigi Nola, il quale venendoci incontro ci indirizza nelle bellissime stanze che ospitano il locale. Ci fa passare attraverso una porta di legno e numerosi ambienti di pietra antica, finemente arredati, che ci immettono in una grande e confortevole sala, con molte finestre, luminosa e freschissima, che d’estate dev’essere una vera goduria, visto che non si vedono condizionatori e pale al soffitto (basso e con le travi di legno). Gli arredi sono molto belli (notevoli il pavimento, i caminetti, le tende, le credenze…), la clientela è stilosa, ci sono buoni vini (personalmente selezionati dal titolare, che produce anche un buon rosso) e carni locali di consistenza superiore, i cui contorni sono composti da verdure cotte a puntino e peperoni e patate. I lampadari sono di ferro battuto, i tavoli quadrati, l’apparecchiata è tradizionale quindi con le tipiche ed eleganti tovaglie a quadrettini. I camerieri, gentilissimi (ma è una qualità che contraddistingue il locale), non faticano a comprendere come si consigliano i clienti e si servono i piatti della cucina locale, in cui primeggiano gli antipasti tipici rossanesi, con patate e funghi, salumi e prosciutti, pomodori secchi, sardella salata, sottolio e polpette di carne, di riso o di melanzane, saporiti arrosti cotti alla griglia, primi piatti a base di legumi e verdure. Da non trascurare la pizza, alta, ben cotta e condita con i prodotti di stagione. Il tartufo di Pizzo è ghiacciato come al solito. Alla fine della nostra cena (perché il ristorante è aperto a pranzo solo su prenotazione) un passante ci indica un altro caratteristico percorso per uscire dal paese: è la strada che scende verso la marina. Qui gli occhi godono, lo sguardo può spaziare e vedere un panorama mozzafiato dell’intera Sibaritide. Un bell’esempio di ristorante calabrese tradizionale, immerso in una città dalle grandi testimonianze d’arte, dove tornare.

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