Amanti della carne nelle sue molteplici forme, saliamo ancora una volta verso i boschi della Sila Greca per soddisfare le nostre voglie. Pochi chilometri di quasi pianura, subito dopo Simonetti, ma in Contrada Filiciuzzi, territorio di Acri, e poi una curva, si stappano le orecchie, si vedono le luci del ristorante La Tettoia. Specialità carne alla brace. Ci sediamo, dopo essere stati accolti da un cameriere di poche parole, che subito ci porta l’ormai abituale vino della casa, che sarà un’impressione ma ogni volta che lo assaggiamo è più buono. Altra impressione: ci sembra che il rapporto sedia/tavolo (tavoli troppo alti o sedie troppo basse) sia scorretto, ma ce ne freghiamo, poiché il simpatico Enzo Veloce (non è uno scherzo, ma Veloce è il cognome del proprietario oltre che il marchio di fabbrica del locale) ci serve “velocemente” un piccolo antipasto con quelli che secondo lui sono i prodotti tipici della zona, salumi, formaggi, funghi e patate, tanto per ricordarci che siamo in Sila. Siamo diffidenti. Infatti, quando li assaggiamo ci accorgiamo che i troppo celebrati salumi e formaggi tipici, tanto tipici non sono, poiché ci sembrano quelli acquistati al negozio sotto casa. Perciò chi dice che dalle nostre parti ha assaggiato salumi tipici, dice delle bugie, poiché qui il salame tipico (o il formaggio tipico) è spesso un fantasma, praticamente non esiste e se qualcuno crede di averlo assaggiato nove su dieci è stato vittima di un’allucinazione gustativa. Certamente non si può valutare un ristorante sulla base di un elemento così aleatorio e allora ordiniamo cose serie, concrete: pappardelle ai funghi porcini e una costata di vitello (questo sì locale) di 800 grammi, alta due dita, ben cotta, che è davvero una squisitezza. E quando in un ristorante la carne è così buona, si perdona tutto e ci si dimentica di tutto il resto, anche di criticare le stoviglie, così brutte (il piatto della carne rosso e rotondo e quasi più stretto della fiorentina). A presto.