Editoriali

La politica? Se vi basta è ipocrisia e estorsione oltre che sangue e merda

{module Firma_redazione}Uno dei vizi più comuni della nostra società è l’ipocrisia. Infatti, tra la gente, tanto per fare alcuni esempi, non senti altro che parlar bene di morti che in vita sono stati dei mostri, o di datori di lavoro che, nel privato, sono veri e propri aguzzini. Nulla, però, a confronto della politica, dove l’ipocrisia è molto più diffusa e dannosa di quel che si pensa, poiché per qualcuno trattasi di una qualità essenziale per stare a galla in un mondo in cui l’ipocrisia appunto è usata come strumento per camuffare la realtà. Perché, non dobbiamo dimenticarlo, in politica tutto si può dire tranne la verità. Sangue e merda, come diceva Rino Formica. Perciò, pensate, per un attimo, a tanti personaggi che ricevono incarichi istituzionali più o meno importanti grazie al consenso popolare o che basano la loro retorica e la loro (cattiva) azione proprio sul consenso popolare. Sono un fenomenale esempio d’ipocrisia, perché tutti, proprio tutti, sanno che quel consenso non gli deriva dalla libertà d’opinione degli elettori, dalla loro stima, dalla loro fiducia, ma da pratiche più o meno aggressive che mettono in pratica per estorcere il voto agli elettori. Lo sanno pure le pietre. E immaginare o scrivere che non sia così, magari magnificando le doti di chi fa incetta di voti, o è un’illusione, o, appunto, è un esercizio d’ipocrisia. Il motivo è semplice: per mettere insieme un bel po’ di voti, ad esempio, basta avere una grossa azienda, un patronato, essere un medico affermato o addirittura un politico con incarichi importanti, come potrebbe essere un sindaco o un assessore regionale, e il gioco è fatto. E immaginare che tutto ciò non sia un problema per la società non è un’ipotesi reale, perché spesso chi ricopre ruoli istituzionali sulla base di un consenso estorto, provoca danni enormi al sistema, poiché, il più delle volte, è un perfetto incapace se non un cretino quando va bene, un malfattore quando va male. Cosa che, nel migliore dei casi, non accade tra la gente comune, dove gli esercizi d’ipocrisia fanno pochi danni, poiché restano solo a livello di pettegolezzo e niente più. Ecco, non ammettere questa evidenza è un atteggiamento ipocrita, appunto, un modo per tranquillizzare i tacchini, in questo caso gli elettori, che hanno sempre bisogno di qualcuno in cui credere o a cui rivolgersi, in vista del Natale. Ecco perché se gli elettori, quando votano, scelgono personaggi dubbi o veri e propri estorsori debbono essere consapevoli che il passo successivo non potrà mai essere il buon governo e la buona politica. Un epilogo che, a seconda dei punti di vista, potrebbe essere un bene o un male. Il problema è esserne coscienti al di là di ogni ipocrisia.

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